BIOGRAFIA
BIOGRAFIA
GIUSEPPE SPAGNUOLO
Le potenzialità plastiche e simboliche dei materiali caratterizzano l’incessabile sperimentazione di Giuseppe Spagnulo, nato a Grottaglie nel 1936, tra i più importanti scultori italiani riconosciuti internazionalmente. Caparbio nella ricerca di un lirismo connaturato all’azione manuale, aperto agli stimoli provenienti dai viaggi e dai contatti con i grandi artisti incontrati, elabora uno stile personale nei cicli ricorrenti a diverse riprese lungo il coerente cammino. Importanti sue opere nascono con una vocazione pubblica e sono collocate in diversi luoghi in Italia e nel mondo.
Lo scultore riceve imprinting alla modellazione nel centro d’origine e nel laboratorio del padre. Continua lo studio presso l’Istituto d’arte per la ceramica di Faenza dove incontra Albert Diato, che gli trasmette la passione per il lavoro ad “alta temperatura”. Il Museo delle Ceramiche favorisce i primi esperimenti con il grès, anche sull’esempio di opere donate da Picasso. Stringe amicizia con Carlo Zauli e Nanni Valentini, suo compagno nella ricerca poetica sulle terre. Alla fine degli anni ‘50 è a Milano, frequenta l’Accademia di Brera e diventa assistente di Lucio Fontana ed Arnaldo Pomodoro. Si trova dunque ad affrontare l’eredità dello Spazialismo e si relaziona con l’esperienza della ceramica informale di Albisola. La sua adesione alla Contestazione del ‘68 è rappresentata dai primi lavori monumentali, grandi ferri che incarnano il concetto della loro logica costruttiva. Sono metalinguistici nel riferirsi all’indivisibilità tra il grande sforzo che richiede ogni opera di Spagnulo, al processo d’esecuzione affrontato insieme agli operai in acciaieria, interconnesso all’idea, alla geometria intrinseca al materiale.
Nel 1977 espone i cicli Archeologia e Paesaggi, al Newport Harbor Art Museum. Affronta poi il tema della scultura orizzontale, avvicinandosi al Minimalismo americano. Dal 1982 si riaccende l’interesse per le tecniche applicate alla ceramica e costruisce il gigantesco tornio col quale crea la monumentale opera Turris, poi prodotta in ferro. Alla fine degli anni ‘80 ritorna al ciclo dei Ferri spezzati. Negli anni Novanta la sua ricerca trova esiti inediti nella sfida alla forza di gravità, con la sospensione di enormi blocchi di ferro. Significativa Campo sospeso, opera installata a Castel Burio. Riceve l’incarico per insegnare scultura presso l'Accademia di Stoccarda, grazie al successo di sue mostre presso gallerie e musei nordeuropei.
Confermano il riconoscimento della critica il Premio Faenza alla carriera e il Concorso Internazionale d'arredo urbano di Milano; Scogliere è l’enorme scultura formata da cinque enormi blocchi di acciaio, collocata all'inizio del 2002 davanti al Teatro degli Arcimboldi. Approda nel 2005 alla Peggy Guggenheim Collection con la mostra E se venisse un colpo di vento? Nel 2007 vince il concorso per il “Monumento ai Caduti di Nassiriya” con una grande scultura osservabile nel Parco Schuster di Roma, La Foresta d'Acciaio.
Ha esposto in tutto il mondo fino al 2015, presso gallerie private, mostre internazionali come la Biennale di Venezia (1972, 1986, 1990, 1995). Sue opere vivono o hanno vissuto nel rapporto con lo spazio urbano o nella dimensione d’ arte ambientale. Ricordiamo, oltre ai luoghi già citati: Gibellina nel 1974, la Collezione Gori presso Fattoria di Celle con Daphne, in situ dal 1988, Il Chiostro del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano con Cubus, nel 2014.