CARLOCINQUE GALLERY presenta

“Mirabili Tracce” di Bertozzi & Casoni

CARLOCINQUE Gallery è lieta di annunciare l’apertura della mostra “Mirabili Tracce” di Bertozzi & Casoni. Una spiazzante dama sorride dalla vetrina di via dell’Annunciata, invita ad entrare nello spazio che dal 18 Maggio ospita la ricerca del duo imolese. Si tratta dell’opera “Ritratto”, la giovane donna-gorilla a grandezza naturale che indossa gli abiti neoclassici di Mademoiselle Caroline Rivière nel celebre dipinto di Ingres, perfettamente a suo agio in una condizione che dissolve barriere genetiche e temporali e mostra ciò che di più vero esiste per l’umano, la sua origine.

IN MOSTRA DAL

18 MAGGIO AL 23 SETTEMBRE 2023

ORE 12.00 - 20.00

CARLOCINQUE GALLERY

Via dell'Annunciata, 31, 20121 Milano MI

A pochi giorni dall’inaugurazione della mostra Mirabili Tracce, CARLOCINQUE Gallery con tutto il suo staff esprime il rammarico di esporre “proprio in questo momento” le opere di Bertozzi & Casoni, come duo geniale e innovativo nel mondo dell’arte contemporanea. Ci sentiamo nello stesso tempo molto fortunati di onorare Stefano con questa esposizione e di dimostrare come la sua presenza non ci abbandoni, perché vive e vivrà sempre nel lascito prezioso del suo talento e delIa sua arte.


Paolo Bertozzi ricorda l’impegno e la perseveranza con cui entrambi hanno aperto un varco nel mondo dell’arte utilizzando solo la ceramica. «Abbiamo fatto una bella fatica avendo scelto questo materiale come unico mezzo espressivo. Il nostro è stato un sodalizio di idee e di amicizia, ci siamo molto aiutati l’un l’altro. Stefano aveva un carattere forte, deciso, era una persona non comune».

Superando i preconcetti che limitavano il loro materiale d’elezione nell’ambito dell’artigianalità, i due artisti hanno convinto con le loro opere critica e pubblico internazionali grazie anche al profondo simbolismo delle loro splendide composizioni. Hanno dato spirito alla forma. Siamo sicuri che le mani e la mente di Paolo continuino a creare serbando nel cuore l’ironia e la vivacità intellettuale dell’amico. 

Con la mostra di Bertozzi & Casoni si realizza finalmente un sogno che accarezzavo da tempo, quello di inserire nella mia galleria un nuovo artista con un ciclo di opere di grande valore. Oggi prende forma la prima tappa di un progetto espositivo di ampio respiro, che confido tra due anni di proseguire con una seconda mostra studiata e realizzata appositamente per lo spazio milanese. Per me parlare del lavoro di Bertozzi & Casoni è come entrare in un racconto che inizia da una storia di mani che plasmano un dono della terra fino a trasmettere, attraverso una visione estetica, un ragionamento sul percorso esistenziale dell’uomo. Sono partito in maniera contraria, dal prodotto finito, e improvvisamente mi son trovato in una situazione di mancanza. Mancanza delle tappe, dei passaggi, del viaggio che queste forme percorrono per giungere a noi così finite, articolate e compiute. Allora nel riguardare le opere ho cominciato a riscoprire questo viaggio: non ho più recepito l’opera conclusa in sé ma ho rivisto con la mia immaginazione i suoi autori, li ho seguiti nelle piccole azioni come concentrati su un rituale magico. Mi sono apparsi mentre realizzavano, modellavano, rifinivano e coloravano, ridimensionavano vari oggetti che si arricchivano con la compagnia di altri nell’accrescimento graduale della composizione, prima di abbandonarli alla loro vita ormai autonoma. Da sempre mi affascina la modellazione della ceramica, un procedimento che simbolicamente rimanda al concetto della creazione originaria proprio per l’utilizzo di una materia “prima”, che preesiste all’essere umano sul pianeta. Bertozzi & Casoni hanno piena consapevolezza di interrogare un materiale antichissimo, ancestrale, di ricomporre in una nuova melodia voci del passato e del presente. Invece io che osservo mi lascio incantare dall’indissolubile legame tra il naturale e l’artificiale che pervade i loro lavori, pensando che di quella dialettica senza tempo sono maestri sopraffini e non convenzionali. Quando vidi per la prima volta le opere di Bertozzi & Casoni fu quasi una scossa. Non tanto per la stupefacente prova tecnica ma per come la loro semplice lucidità riesca a non essere contraddetta dalla complessità dei dettagli.

E’ come se le loro azioni mediante la ceramica animassero ataviche domande, a cui l’arte contemporanea che mi emoziona si ricongiunge ogni volta che nasce. Entrare nel loro studio, mi correggo, nel loro laboratorio, con gli accumuli delle terre, le casse, gli imballaggi... tutto mi spalanca la meraviglia e l’ansia dell’attesa prima della cottura. In particolare al momento dell’apertura di un grande forno che deve restituirci un lungo ciclo di lavoro: forse perfetto. Con quest’esposizione mostro un percorso che gli autori mi hanno permesso, esibisco a tutti coloro che lo guarderanno una mia visione privata e intima. Dal mio viaggio personale nella ricerca dei Bertozzi & Casoni all’approdo in galleria non ho potuto che valorizzare il loro lavoro “solo” attraverso la luce corrispondente e perpendicolare alle opere esposte. Possiamo definirli anche punti di “rivelazione” per mettere in risalto le opere come grandi protagoniste della mostra, appoggiate a sostegni mimetizzati con l’ambiente. Queste apparizioni raccontano ciascuna una storia e sono nell’insieme una narrazione del percorso degli artisti. Il fatto che abbia scelto diverse composizioni con accumuli di ossa afferma con maggior intensità quanto il tempo sia illusione. Ciò che è destinato a deperire nella materia, da cui si parte e si approda, resterà in vita nella chiara finzione dell’arte.

- Carlo Cinque

INAUGURAZIONE

18 MAGGIO 2023