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Invitation To A Disaster


INVITATION TO A DISASTER

CARLOCINQUE Gallery è lieta di presentare dal 27 settembre Invitation to a Disaster in cui protagoniste sono le opere di Matteo Montani e Antonio Trimani, oltre al luogo che le ospita: un appartamento milanese posto all’ottavo piano di via Melchiorre Gioia 135.


In un percorso che si snoda ammantato da una misteriosa oscurità e attraverso una serie di stretti varchi che sostituiscono le consuete porte, quasi delle ferite sui muri, le opere dei due artisti emergono come delle vere e proprie epifanie. Una civile abitazione si trasforma non in un domestico luogo espositivo come avviene nell’ormai consolidata formula dell’home gallery ma in un percorso iniziatico per lo spettatore che con continuo stupore e, forse per alcuni, senso di oppressione sperimenta la rigenerante bellezza della luce che proviene dalle tele di Montani o dai riverberi dei monitor dei video di Trimani.
L’appartamento si presenta come un luogo veramente ferito e mostra concretamente questo suo carattere durante la visita che prevede anche la partecipazione all’happening in cui sarà realizzato un “vanishing painting” di Matteo Montani.
Marco Bazzini osserva che “quelli che all’inizio e fuori di ogni metafora si presentano come dei tagli, traumi, sfregi si trasformano in una proficua dialettica tra l’offesa e la cura, il buio e la luce, l’interno e l’esterno, la grotta e il cielo stellato. E quest’ultimo sarà ritrovato al termine dei diversi passaggi che stanza dopo stanza, sfondamento dopo sfondamento in una ripetuta allusione alla rinascita, conduce a quel riveder le stelle di dantesca memoria. L’appartamento nel suo essere spoglio e offeso non è una spietata scenografia ma un diverso ambiente in cui far irradiare in maniera diversa le opere dei due artisti, un modo per ricercare una corale opera totale dall’indubbio carattere sinestetico”.


Marco Tonelli aggiunge a proposito dei due artisti: “un dialogo di lunga data quello tra Montani e Trimani, che a tratti sembra sovrapporsi in uno spazio in cui i trascoloranti paesaggi pittorici dell’uno sono evocati e rievocano quelli fantasmatici e digitali dell’altro. Un percorso dentro un nudo appartamento che si apre in fratture, spacchi, ferite, fenditure irregolari che si riflettono nelle opere, che le opere riflettono.
Difficile non uscirne toccati, soprattutto dopo esser saliti ed aver visto la statua di Montani incantata dalla stella sonora di Trimani. Difficile rientrare nella normalità del traffico e del caos della strada. Difficile entrare ed uscire senza riportare qualche frattura sulla pelle sensibile, per chi sa mettersi in ascolto”.


Matteo Montani (Roma, 1972) è uno tra i più noti esponenti della nuova pittura italiana e da sempre associa a questa l’idea di soglia, di passaggio. Per lui il dipingere è la creazione di uno spazio reale in cui il segno convive con una manifestazione di luce.
Antonio Trimani (Cosenza, 1969) protagonista della scena video nazionale indaga l’idea di spazio e tempo attraverso la ripresa di paesaggi come testimonianza dell’esserci e come proiezione di un attraversamento dello sguardo attraverso un confine, una ferita.

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Incontri in collaborazione con CARLOCINQUE Gallery